La cardiologia pediatrica è stata da troppo tempo all’ombra della cardiologia dell’adulto e questo è dimostrato anche dal ridotto numero di specialisti che si occupano del cuore dei pazienti più piccoli.

Ovviamente il paziente viene da noi non per sua decisione ma perché i genitori notano qualcosa di diverso nel loro bambino o è lo stesso pediatra che richiede una visita cardiologica per accertarsi che il cuore del bimbo sia in ottima salute.

I cardiologi pediatrici ad oggi stanno cercando di fare una campagna di prevenzione per i bambini in tutta Italia, una campagna trasversale che cerca di spiegare quanto sia importante curare precocemente il cuore di questi piccoli pazienti. Una prevenzione precoce si traduce in una terapia tempestiva e in un impatto ridotto in età adulta. In tal modo si riescono ad affrontare gli interventi chirurgici molto precocemente affrontando anche le possibili conseguenze in maniera più lieve.

La visita cardiologica, quindi viene richiesta o dal pediatra o dal genitore che riscontra queste avvisaglie e viene effettuata in prima istanza attraverso l’auscultazione del bambino con il fonendoscopio, l’apparecchio classico attraverso cui noi sentiamo i rumori del cuore del polmone nell’adulto e poi attraverso l’elettrocardiogramma.

Fulcro di tutta la nostra prevenzione è il genitore, il quale è l’unico che ha sotto il proprio controllo il bambino fin dalla tenera età, l’unico che può notare delle differenze di comportamento piuttosto che il lamentare di un sintomo sempre costante o maggiormente presente negli ultimi tempi. Proprio per questo durante una visita cardiologica la fase fondamentale è il cosiddetto interrogatorio, ovvero l’anamnesi, dove il genitore deve essere molto accorto e riferire qualsiasi cosa di diverso abbia notato nel bambino, ad esempio una tachicardia, un giramento di testa, un dolore al petto particolare e deve essere in grado anche di riferire le caratteristiche di questo dolore al petto, oppure deve saper riconoscere che il bambino si affatica più velocemente rispetto a prima o rispetto ad un altro suo coetaneo.

L‘elettrocardiogramma è un esame fondamentale nella visita del cardiologo pediatrico perché permette di acquisire l’impulso cardiaco attraverso dei piccoli elettrodi che vengono posizionati sul torace del piccolo paziente e di questo impulso elettrico si procede con il  valutare non solo che sia un impulso di normale morfologia ma soprattutto deve valutare un tempo preciso, quello che viene chiamato tempo QT: una lunghezza eccessiva di questo parametro ci fa diagnosticare quella che si chiama sindrome del QT lungo, patologia che porta delle aritmie improvvise e può condurre fino alla morte improvvisa, la cosiddetta morte bianca in culla.

Come abbiamo accennato poc’anzi, oltre all’elettrocardiogramma, durante la visita cardiologica,  si esegue l’auscultazione, sempre con il fonendoscopio, in grado di farci ascoltare se ci sono dei soffi, dei rumori particolari del cuore appunto. Il soffio può essere innocente, il cosiddetto “soffio innocente” che conosciamo anche noi genitori dalla nostra età pediatrica, fino ad un soffio un po’ più complesso. Le caratteristiche del soffio vengono descritte nel referto della visita cardiologica e se il cardiologo o il pediatra lo ritengono opportuno si deve procedere ad un esame di livello superiore.

L’esame successivo si chiama EcoCardioColorDoppler e attraverso questo esame viene studiata la morfologia del cuore del bambino dove ci si assicura che le quattro camere cardiache e le valvole siano normoconformate. Attraverso questo esame riusciamo a fare diagnosi delle cardiopatie, dalle più semplici alle più complesse. Un esempio frequente è appunto nell’analisi del soffio cardiaco, di cui 1 bambino su 4 ne soffre, che può essere banalmente dovuto ad una piccola insufficienza di una valvola cardiaca o anche dalla persistenza del cosiddetto buchino al cuore. Molti bambini infatti hanno ancora le persistenza di quel buchino che nella vita uterina fa passare il sangue dalle sezioni sinistre alle sezioni destre del cuore. Normalmente questo buchino al cuore con l’avanzare dell’età, nelle ultime settimane di vita intrauterina e nell’età neonatale viene a chiudersi attraverso una membrana che si deve tendere sul forame e chiuderlo. La mancata chiusura di questo forame viene a produrre quella patologia che si chiama pervietà del forame Ovale.

L’ecocardiocolordoppler è un esame che viene effettuato con una piccola sonda sul torace del piccolo bimbo e a seconda dell’età viene utilizzata una sonda più piccola o dai in 5 anni in poi una sonda un po’ più grande. Per “vedere” all’interno della cavità toracica vengono utilizzati degli ultrasuoni erogati dalla sonda in modo del tutto indolore.

Ovviamente l’esame non è difficile per il bambino ma è un esame complesso per l’operatore e anche per il genitore che devono cercare di tenere buono il bambino, infatti l’esame richiede che il bimbo sia il più fermo possibile e a seconda dell’età del piccolo paziente ci sono diversi  metodi per farlo. Nell’età che varia da 0 a 6/7 mesi si può tentare di tenere buono il bambino semplicemente con l’allattamento o facendolo bere dal biberon delle bevande come acqua o camomilla. Quando il bambino cresce si deve catturare l’attenzione del bambino attraverso dei giochi che sono diversi a seconda dell’età anagrafica.

Come diciamo sempre: non è mai troppo per curarsi del cuoricino dei nostri piccoli!

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